Guardando a ritroso la produzione cinematografica e letteraria dei mitici anni Ottanta è sorprendente riscoprire quanto prolifica e verosimile sia stata l’immaginazione del futuro da parte di molti registi e scrittori.
Nel celeberrimo film di culto Blade Runner, gli androidi non solo hanno ormai sostituito da tempo gli esseri umani nelle occupazioni più usuranti e pericolose, ma sono divenuti ormai così simili a loro da provare sentimenti ed emozioni che li rendono quasi indistinguibili dalle persone in carne e ossa. Il 2019, anno in cui il film è ambientato, è in realtà passato da poco ma è alquanto probabile che manchino poche manciate di anni ad uno scenario non troppo lontano da quello rappresentato da Ridley Scott.
La robotica e l’intelligenza artificiale in particolare, rappresentano uno dei principali megatrend dei prossimi decenni. Ma esattamente che cosa sono questi megatrend o, per dirla in italiano, le mega-tendenze del futuro che cambieranno il nostro modo di vivere, di lavorare e dunque di investire?
Come ha scritto bene qualcuno, potremmo definirli come delle valanghe al rallentatore, ovvero delle forze dirompenti che generano dei cambiamenti strutturali e causano un impatto irreversibile su tutti gli aspetti della vita umana. Sembrano cambiamenti lenti e poi, d’un tratto, nulla è come prima.
In tutto il mondo esistono istituzioni pubbliche e private (ad esempio l’Italian Institute for the Future) che studiano e approfondiscono in modo trasversale eventi e processi allo scopo di anticipare i grandi cambiamenti, cercando di prevederne gli sviluppi attraverso l’elaborazione di una serie di scenari possibili.
Nella rappresentazione sottostante1 sono stati evidenziati quelli che sono ritenuti i cinque temi chiave che plasmeranno il futuro nostro e delle generazioni dopo di noi.
Aumento dell’aspettativa di vita
Al primo tema rappresentato nell’immagine, quello relativo all’invecchiamento della popolazione mondiale, abbiamo già accennato nell’articolo dedicato alla longevità, in cui abbiamo sottolineato il cambio di paradigma di un’economia e di una società in cui la popolazione anziana o molto anziana diverrà sempre più numerosa. Ad essa sono collegati bisogni e servizi in continua evoluzione e piuttosto diversi anche solo da quelli della generazione precedente: non solo servizi alla cura e all’assistenza della persona, ma anche e soprattutto viaggi su misura, tempo libero, città d’arte, cultura, spettacoli teatrali ed eventi a tema, centri ricreativi, scuole di ballo, di lingua, di connessione digitale.
In una interessantissima presentazione fatta al Salone del Risparmio 2023 dal professor Nicola Palmarini, direttore del UK National Innovation Centre for Ageing, è chiaramente emerso che l’aspettativa di vita (LE: Life Expectancy) è molto diversa dall’aspettativa di vita in salute (HALE: Health Adjusted Life Expectancy). In Italia, per esempio, mentre la LE è ormai superiore a 83 anni, la HALE non raggiunge i 72, ma non certo per colpa della ricerca e delle cure mediche, quanto piuttosto per come si vive nei decenni prima di raggiungere una certa età.
Secondo una ricerca del World Health Institute2, infatti, ciò che incide maggiormente sulla propria salute e soprattutto sulla propria longevità in salute è lo stile di vita. Forse dunque si dovrebbe investire non tanto, o non solo, nel settore medico, quanto invece e molto di più sulla prevenzione, sull’informazione, su una vita attiva, sull’educazione alimentare. Per dirla dunque come il professor Palmarini, l’opportunità dell’economia della longevità non è nella sanità, ma in tutto quello che ci fa vivere meglio per evitare di ricorrere alla sanità.
Crescita dei Paesi dell’Estremo Oriente
Il secondo macrotrend è quello dello spostamento verso est dell’equilibrio economico globale. Cina, India e Asia in generale, forti di una nuova classe media emergente, non solo sono già le aree più popolose, ma a breve assurgeranno ad essere le più grandi potenze economiche mondiali, scalzando gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali dallo scettro del mondo. Puntare dunque su un inarrestabile slittamento verso oriente del baricentro economico e finanziario (e quindi su consumi, investimenti, infrastrutture, ecc.) è senza dubbio una delle tendenze inesorabili in corso da decenni e solo temporaneamente arrestata dalla pandemia che così pesantemente ha affossato l’impero celeste per quasi due anni.
Se il Coronavirus ha rappresentato un accadimento esogeno imprevisto che ha, anche se solo di poco, rallentato l’ascesa asiatica, sempre la pandemia ha agito da acceleratore per la terza macro-tendenza che andiamo a evidenziare, una macro-tendenza che modificherà la nostra vita in modo radicale.
L’intelligenza artificiale
Si tratta dell’evoluzione tecnologica in generale e dell’intelligenza artificiale in particolare, ovvero della capacità delle macchine non solo di eseguire dei compiti prefissati ma di imparare dalle loro azioni passate, di attingere a infinite banche dati grazie alle migliaia di interconnessioni cui sono legati. Molti lettori avranno già sperimentato la potenza sbalorditiva di ChatGPT, il software di intelligenza artificiale oggi più famoso al mondo a cui è possibile formulare qualsiasi domanda per ottenere informazioni di ogni tipo. Eppure ChatGTP è solo una delle soluzioni tra le migliaia disponibili e consultabili su Internet anche in una versione base gratuita cui attingere liberamente e grazie ai quali semplificare e velocizzare il proprio lavoro.
Per saggiare alcuni di questi strumenti basta avventurarsi in rete e scoprire anche su YouTube quante guide già ci sono per orientarsi nei siti di intelligenza artificiale e svolgere in pochi minuti relazioni, video, riassunti, slides, presentazioni per i quali servivano intere giornate.
Sempre in tema di tecnologia, un altro mondo virtuale si sta già sviluppando nel cloud: si tratta del metaverso, un luogo parallelo in cui molte aziende del lusso ad esempio stanno investendo in modo massiccio e dove sarà possibile, grazie al proprio avatar, accedere a meeting aziendali, visitare negozi, allenarsi a tennis, fare sedute dallo psicologo o frequentare lezioni e corsi di approfondimento non solo senza uscire di casa ma con una esperienza sensoriale del tutto simile a quella fisica.
Urbanizzazione
Un’ulteriore tendenza in atto da secoli è quella dell’urbanizzazione e del parallelo spopolamento delle aree rurali e montane a favore delle grandi città, che diverranno giganteschi agglomerati urbani in conseguenza dell’avvicinamento ai servizi legati al lavoro, al trasporto, al tempo libero, alla salute, alla formazione e alla socializzazione. Questo processo, già molto evidente dopo la rivoluzione industriale, sta registrando un’accelerazione senza precedenti.
Secondo dati forniti dall’Economist, nel 1950 solo due distretti urbani superavano i 10 milioni di abitanti: Tokyo e New York, mentre nel 1980 ad essi si erano aggiunti San Paolo, New Mexico e Osaka. Nel 2010 i distretti con oltre 10 milioni di abitanti erano una ventina, sparsi un po’ in tutti i continenti, mentre le proiezioni sui movimenti delle popolazioni ci indicano che nel 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà in città e oltre il 40% all’interno delle megalopoli, attese in un numero intorno a 43/45 in totale, di cui tre quarti in Asia.
Le mega città avranno tra i 30 e i 40 milioni di cittadini e saranno sempre più integrate con la tecnologia sia per le infrastrutture dei servizi quali i sistemi di trasporto, sempre più in sharing, sia per l’edilizia green, sia per l’ottimizzazione del consumo energetico.
Il cambiamento climatico
Da ultimo, ma primo per importanza, è il megatrend del cambiamento climatico, che racchiude in sé tutte le sfide per una convivenza duratura del genere umano con il pianeta.
Dappertutto ormai impera l’acronimo ESG, in cui è evidente che senza la prima lettera, la E di Environment – ovvero l’ambiente – le altre due diventano inutili!
In italiano spesso questo tema viene tradotto in termini di sostenibilità, dove la parola “sostenibile” però non rende giustizia alla sfida che attende stati, aziende e comunità sul fronte della trasformazione culturale e comportamentale che tutti noi siamo chiamati a perseguire.
Il concetto infatti non è relativo a quale sia la quantità di emissioni che la Terra può sostenere, cioè sopportare. Invero vale l’opposto: quali sono le strategie da attuare per permettere all’umanità di avere un orizzonte che sia il più duraturo possibile.
Il megatrend del cambiamento climatico è talmente vasto che meriterebbe un approfondimento ad hoc, visto che ad esso tutto è collegato: la transizione energetica, le politiche economiche, sociali, demografiche, aziendali, gli investimenti. Se tutti gli altri megatrend di cui abbiamo trattato modificheranno il nostro modo di vivere, il cambiamento climatico, se non correttamente affrontato, modificherà il nostro modo di sopravvivere.
Ecco perché è fondamentale per tutti approcciare il futuro con ottimismo, considerando tutte queste tendenze non delle minacce, bensì delle opportunità non solo di investimento ma anche di miglioramento della qualità del nostro ambiente. Valutare insieme al proprio consulente di fiducia la possibilità di inserire parte di queste tematiche nella gestione del proprio patrimonio significa proiettarsi nel futuro nonché, in tema di clima e di gestione di risorse scarse, supportare il cambiamento necessario a un domani migliore.